Campedelli G. Remo IM0JZJ
JZJ – 2x2
Antenna due doppie quad per i due
metri
Dopo
la pubblicazione su Radio-Rivista A.R.I. dell’Antenna
semisloper per i 40, 20 e
15 m.,
eccomi qua ancora una volta con un’altra sperimentazione per la banda VHF, (due
metri), un’Antenna ad onda intera a polarizzazione verticale e con gli elementi,
direttori e riflettori tutti radianti, quindi è un’Antenna con un superguadagno,
si tratta di una doppia quad in parallelo con un’altra identica.
Il motivo per il quale ho voluto sperimentare quest’antenna
è stato a causa della perdita di una simile che avevo acquistato circa venti
anni fa, ma che non è durata tutto questo tempo, Antenna di costruzione
giapponese e che le intemperie e la salsedine hanno distrutta.
Ora non potendo riacquistarla dato che non è più
in commercio, ho pensato di ricostruirla ma con criteri del tutto diversi;
primo, per non trovarmi nelle stesse situazioni del passato e poi per essere
veramente sicuro della funzionalità e della durata!
La nota casa l’aveva costruita con materiale
d’alluminio e con un tubo di supporto, sempre dello stesso materiale; era un
“Kit”, di oltre 28 pezzi,
da montare e collegare, meccanicamente ed
elettricamente con il solo ausilio di un martello e di un cacciavite a mò di
bollino. Vi immaginate quanto era possibile il formarsi dei falsi contatti una
volta installata all’esterno?
Io ho pensato di ricostruirla con tubi di rame,
con meno giunti possibili e tutti saldati a stagno in modo da avere un solo e
unico conduttore, mentre il boom di supporto è di legno a forma semiottagonale.
Il rame è un materiale che, quando si ossida,
rimane protetto dall’ossidazione, il legno è un ottimo supporto, un buon
isolante e dura nel tempo, se ben verniciato periodicamente. Si deve tener
presente che per costruire il matching, (adattatore d’impedenza) occorre
isolarlo rispetto dell’insieme dell’Antenna e quindi con questo supporto non c’è
problema; la forma semiottagonale del boom è per permettere meglio le forature
diagonali nelle quali vanno sistemati gli spezzoni di tubo che formano le
crociere, che fanno da supporto agli elementi dell’Antenna.
Per quanto riguarda la scelta del rame, non è solo
per l’ossidazione rispetto all’alluminio, ma anche per la semplice ragione che
può essere saldato a stagno, e anch’esso è un elemento che dura nel tempo, indi
viene a definirsi un buon fissaggio meccanico e un ottimo contatto elettrico!
La scelta del legno e il tipo, è stata adottata per
avere un supporto isolante, consistente e senza nodi, ho scelto “il Meranti”
della famiglia dei mogani.
Per quanto riguarda la scelta dei tubi di rame, ho
dovuto cercare in zona quello che offre il mercato, quelli che andavano meglio
erano i tubi da 8 e 10 mm. di diametro,
quello
da 8 entra bene dentro quello da dieci, anche se per un soffio e direi con gran
fortuna, visto che deve essere preciso, questo per facilitarne le saldature.
La costruzione
deve essere fatta in modo che l’Antenna diventi un corpo unico, tra legno e tubi
di rame che, come già detto, sono saldati tutti a stagno.
Le misure dell’Antenna sono diverse rispetto
all’originale, per la scelta del materiale adottato, infatti, adoperando il rame
la formula è 284:MHz, così si
è formata un po’ più piccola, (il numero 284 è ricavato dai 300 milioni di metri
al secondo che è la velocità della luce, meno il 5% circa per il materiale
usato); conclusione, al di fuori dell’aspetto, l’Antenna è del tutto diversa
rispetto all’originale. Le stazionarie sono migliori di
1,1:1..
L’uso con una potenza da 10 a 50 Watt è un modo normale di operare, anche
se si suppone, quasi con certezza
che
l’Antenna sopporti molto bene i 500Watt.
Una volta costruita, prove fatte dall’isola di Sant’Antioco
(a Sud-Owest della Sardegna), verso il ponte ripetitore di Bade Urbara
nell’Oristanese, ad oltre 150 Km. di distanza in linea d’aria, con buona
propagazione ed un solo Watt è riuscita ad aprirlo, mentre per passare con la
propria modulazione tenendolo impegnato è stato necessario immettere almeno 10
Watt, a questo punto penso d’avere raggiunto un buon traguardo.
Le
dimensioni sono: boom lungo 2metri con spessore 4x4 centimetri, l’ingombro delle
quad è 50x50 cm. x 20 circa di profondità, pesa complessivamente 5 Kg., da notare per il peso, è perchè ci sono
oltre 10 metri
di tubi di rame e questo è pesante!
Complessivamente
il costo s’aggira ai 90,00.€.
(Il nome
dell’Antenna è stato dato per significare, oltre al suffisso del nominativo, il
numero delle due doppie “quad” in parallelo e per l’uso della frequenza dei due
metri, “JZJ – 2x2”).
DATI COSTRUTTIVI
Farsi
costruire da un falegname un paletto di legno Meranti, della famiglia dei
mogani, lungo 2 metri spessore 4x4 cm.,
fargli togliere gli spigoli con inclinazione a 45 gradi, fino ad arrivare ad una
superficie di otto millimetri, su questa parte praticare dei fori a croce, con
trapano a colonna e una punta da 6 mm.,
per poi passare a una da 8, incominciando dalle due
parti estreme del paletto andando verso il centro, a
4 cm., (vedi disegno crociera) così pure a croce, altri
fori sempre incominciando dagli estremi a cm. 4+49=53; mentre per matching,
(adattatore d’impedenza) si devono fare dopo altri 3 cm., con la differenza che un
foro va fatto passante e l’altro solo per metà, (vedi disegno semicrociera).
(Le misure sul disegno completo dell’Antenna si
riferiscono tutte ad interasse)!
Acquistare
metri 1,50 di tubo di rame da mm. 8 precisi,
preparare con un piccolo taglia tubi 6 spezzoni
lunghi
8 cm., e
altri 10 spezzoni da 4 cm.,
servono per fare le cosiddette “crociere” che sono di supporto agli elementi.
Acquistare una bacchetta d’ottone da 3 mm. di diametro,
tagliarne 6 lunghezze da 10 cm., e 2 da 6. Costruire un
bicchierino, senza perdite, con uno spezzone di tubo d’acciaio ¾ di pollice
lungo 6 cm.,
saldarlo su una piastra da 10 x
10 cm., sempre d’acciaio, la saldatura deve essere fatta
con fiamma ossidrica oppure elettrica, (vedi foto) questo servirà per fare il
“bagno di stagno” al materiale che avete appena preparato. Chi non dispone tale
attrezzatura, lo fa preparare da uno del mestiere.
Il bagno
di stagno va fatto in questo modo: utilizzare un fornello elettrico ad uso
domestico, mettere il bicchierino sopra al fornello e quando è caldo mettere
dello stagno ad uso lattonieri, certi commercianti lo vendono in bacchette, una
basta e avanza, sciogliere lo stagno nel bicchierino che
deve
essere sempre quasi pieno, s’immergono gli spezzoni di rame e quelli d’ottone,
uno per volta con una pinza a becchi, prima di farlo, il pezzo che dovrete
immergere, “bagnare” con pasta salda ad uso radiotecnica e, dato che per la sua
lunghezza non è possibile farlo tutto in una volta, si capovolge il pezzo dopo
essere sicuri che la temperatura sia stata raggiunta su tutto il metallo, in
altre parole non deve formarsi dei grumi di stagno, ad esempio vedere foto degli
spezzoni di tubo, prima e dopo l’operazione.
Ora infilare sul boom, uno per volta, gli spezzoni
di tubo da 8 cm.,
che prima avevate “lavato” con lo stagno e uno per volta procedere in questo
modo, mettere lo spezzone in maniera che corrisponda una fuori uscita dal boom
di circa due centimetri da ambo le parti, (vedi anche disegno crociera),
prendere la punta da trapano da
8 mm., inserirla rovesciata sul buco traversale e
imprimere un piccolo colpo di martello in modo che si formi un punto d’appoggio
per poter forare il tubo al centro, fare un buco con una punta da tre mm., per
poi passarvi lo spezzone d’ottone da parte a parte; anche questo inserirlo con
la stessa procedura di prima, avviso che essendo stato bagnato con lo stagno non
entra facilmente, ecco perchè vi dovete aiutare con un piccolo martello e
quindi, anche per questo deve fuori uscire da tutte e due le parti circa 3 cm.. Usate un saldatore con
riscaldamento a gas domestico, scaldare l’ottone e colarvi
dello stagno ad uso radiotecnica attraverso la
bacchetta della
quale avete appena messo e che deve trovarsi in
posizione verticale,
metterne una quantità di stagno di circa una
mezza nocciolina, questo poi servirà per
“aggrappare” l’ottone e lo spezzone di tubo da 4 cm., ora prendete questo
spezzone e infilatelo nel buco attraverso l’ottone, non scenderà del tutto
perché vi troverà lo stagno da poco colato, aiutarsi con una strisciolina di
legno duro per non scottarsi, quindi imprimere sullo spezzone che
contemporaneamente state scaldando e quando la temperatura raggiunta sarà tale
da far colare lo stagno sottostante, allora vi accorgerete che per qualche
millimetro le spezzone di tubo scenderà ancora, a questo punto non staccate il
saldatore dallo spezzone e aggiungete ancora dell’altro stagno attraverso il
tubo e la bacchetta d’ottone, una volta fatta quest’operazione togliere la punta
del saldatore dallo spezzone e lasciate raffreddare per qualche minuto, poi fate
la stessa cosa dall’altro lato della crociera.
Una volta
terminata una crociera passate ad un’altra fino a concludere l’ultima.
Ora costruiamo i matching, (adattatori d’impedenza);
con lo stesso procedimento delle crociere con la differenza che il foro da fare
traversale deve essere praticato solo per metà, (vedi disegno semicrociera).
Sempre con la solita punta rovesciata fate l’impronta di bollino e quindi forate
il tubo con punta da 3 mm.,
con profondità di 3 cm., in sostanza vi fermate
appena avete superato la seconda parete del tubo presente; procedete alla
saldatura come nelle altre crociere, in pratica fate entrare lo spezzone da 6 cm., d’ottone dentro il tubo
aiutandosi con un martello, colate dello stagno attraverso lo stesso in una
piccola quantità che oramai conoscete, infilate lo spezzone di tubo da 4 cm., scaldate bene lo
spezzone, fate entrare fino a quando colerà lo stagno sottostante, aggiungetene
dell’altro
attraverso il tubo e l’ottone e poi fate raffreddare per qualche minuto; dovete
fare molta attenzione quando scaldate gli spezzoni da saldare, non indirizzate
la fiamma del saldatore al supporto di legno altrimenti oltre alla bruciatura,
brutta da vedere, creerà una patina di “carbone” che si comporterà come una
resistenza, quindi diventerebbe un semiconduttore, da evitare!
Adesso proseguiamo alla costruzione degli elementi;
acquistate 11 metri
di tubo di rame da 10 mm., attenzione, prima di
farvelo tagliare controllate con un piccolo spezzone da 8 che possedete e vedete
se entra
su quello che state per comprare, diversamente rinunciate e provate in altro
negozio. Sarebbe anche bene
ricontrollare il vostro spezzone sa veramente
da
8mm..
Ora
se tutto prosegue per il meglio, tagliate 4 spezzoni di tubo da 10 mm. lunghi 104 cm., (sono un pò più
lunghi, cosa che serve a compensare i possibili errori che farete con le
piegature), questi servono per costruire i direttori.
Tagliate altri 4 spezzoni, per gli elementi
riflettori, lunghi cm. 107.
Tagliate
ancora 4 spezzoni che servono per gli adattatori d’impedenza, sono lunghi cm.
23.
A tutti i tubi appena tagliati, mettete dei
cartellini per distinguerli.
A questo punto proseguiamo per la piegatura,
prendere i quattro tubi che servono per gli elementi direttori e fare un segno
con un pennarello alla precisa metà della sua lunghezza, preparate una tavola a
mò di piano e disegnateci sopra la forma dell’elemento il quale deve avere un
interasse di cm. 49, mettere un chiodo da 6 cm. a metà percorso e in
verticale conficcatelo per 2 cm.,
poi un altro
contrapposto; per definire lo spazio tra i due, lo potete
fare direttamente mettendoci il tubo stesso; nella curva da fare a 90° mettete
una piccola barra filettata avvitata sul piano e nella presunta metà della
curva, in modo da poter far forza su la stessa; acquistate una molla per piegare
il tubo da 10 mm., infilate detta molla e
aiutandosi con l’inserire dentro il tubo da piegare un altro pezzo di tondino o
barra filettata da 6, quindi con la molla al centro della futura curva e il
tondino o filettato verso la sua fine
piegare
con la forza delle proprie mani a 90° e che sia più stretta possibile; ora se la
piegatura non è stata regolare fate le opportune correzioni, e dello spostamento
del chiodo o della
barra filettata, dopodichè passate la curva
dall’altra parte del disegno sul piano e proseguite nel fare l’altra curva
sempre nello stesso posto e allo stesso modo. L’interasse dell’elemento deve
essere a 49 cm..
Questo che abbiamo fatto sono state le piegature dei 90°, per le piegature dei
45° proseguiamo dopo aver fatto tutti gli elementi. Una volta terminato gli
elementi dei direttori possiamo passare a quelli dei riflettori, il procedimento
è sempre lo stesso, in pratica segnare nei tubi dei loro riflettori con un
pennarello la metà della lunghezza, posarli sul pianale, ecc. ecc., finito di
piegare anche i riflettori ora si passa alle piegature dei 45°.
Procedete
in questo modo, spostate la barra filettata sul piano la quale c’è servita per
la piegatura dei 90° e fissarla a cm. 14 rispetto al percorso disegno dei
49 cm., ponete l’elemento in verticale e segnate anche il
percorso dei 45°, aggiungete un altro chiodo per tenere fermo lo spezzone
dell’elemento, infilate la molla piega tubi nella meta della curva da fare,
inserire
dentro l’altra barra filettata nel tubo fino al punto nelle vicinanze di quella
fissata nel piano, anche
qui piegate aiutandovi con le proprie mani e fate la piegatura menzionata,
questa deve essere fatta da una sola parte a tutti i 4 riflettori, perché per
l’altra piegatura occorre invertire la posizione sul piano di lavoro, in modo
tale che si possa fare la piegatura al contrario.
Terminato il lavoro dei riflettori si passa ai
direttori, anche qua si deve correggere il punto di fermo sul piano con la barra
filettata, che deve essere a 11 cm. rispetto al percorso
dei 49 cm.
dell’elemento, procedete come si è fatto con gli elementi riflettori. Fate
questo anche agli spezzoni da
23 cm., per gli adattatori d’impedenza, mentre quando li
dovrete saldare lo fate dall’altra parte, vedi misure sul disegno generale.
Adesso
si passa a fare le misure giuste, controllate che gli elementi direttori siano
lunghi 98 cm. compreso i 4 cm. all’interno del boom,
quindi devono essere
94 cm.
esterni; prendete bene le misure e tagliate il tubo superfluo con l’attenzione
che le misure rispetto al lato parte dell’elemento dei
49, cm. siano equidistanti, dopodichè togliere la bava
all’interno i tubi dove si era formata a causa del taglio, provate con un
piccolo spezzone di tubo da 8 mm.,
e fate in modo che entri.
Fate la stessa cosa per gli elementi riflettori,
tenendo presente che sono più lunghi e precisamente,
103 cm. compreso il pezzo da 4 dentro il boom., anche
questi devono essere lunghi cm. 99,
all’esterno, pure qua togliete la bava all’interno in modo che entri il tubo da 8 mm..
Ora procedete nel fare il lavaggio a stagno per
3 cm. le parti finali di tutti gli elementi, vedi
fotografia.
Preparate
uno spezzone di tubo da
10 mm.
lungo
98 cm.,
per l’unificatore, (controllate se la misura è giusta) schiacciatelo per due 2 cm. agli estremi e per altri
2 al suo centro, adoperate un martello in modo da renderlo piatto in quei punti,
al centro fate un foro da 3 mm.,
che servirà per fissarlo al boom,
mentre
ai lati fate un foro da 8 mm., con un interasse di 94 cm., poi con un attrezzo
tondo e conico che può essere, della misura,
partendo da 4-6
mm. circa di diametro fino ad arrivare a 12-14 mm., allargare, aiutandovi con una morsa, i
fori da 8, fino ad arrivare a circa 11 mm., questo serve a mettere in collegamento
le due doppie quad in cortocircuito,
viene messo dalla parte dei riflettori, dentro le
crociere
appoggiandolo al boom e prima di saldare gli elementi
stessi, dopo di ché sarà saldato pure “lui”, fissare l’unificatore con una vite
a legno; eseguire le saldature degli elementi partendo dai riflettori, scaldare
sempre col saldatore a gas la parte lavata a stagno fino a ché si vedrà la
pellicola di stagno sciogliersi, appoggiare l’elemento nel punto suo della
crociera, tenendo sempre attaccato il saldatore e aspettare che si sciolga lo
stagno a sua volta nella parte della crociera, tenere spinto l’elemento
fintantoché scenda e vada ad appoggiarsi al boom, tenere ancora per un attimo il
saldatore attaccato, verificare che sia nella giusta posizione e poi togliere il
saldatore, aspettate qualche minuto fino quando si sia solidificato, ora
dall’altra parte fate la stessa operazione per completare il fissaggio del primo
elemento; proseguite anche per gli altri riflettori e, a questo punto
saldate anche l’unificatore.
Passiamo ora a saldare gli elementi direttori con la
stessa procedura.
Dopo
averli saldati tutti, controllate che vi sia un interasse di
20 cm. tra il riflettore e l’elemento direttore,
altrimenti con le proprie mani fate pressione sugli elementi stessi in modo da
portarli a dette misure; prima di saldare il matching misurate con lo strumento
Ohmetro e assicuratevi che ci sia la continuità su tutti gli elementi, dopo
saldate gli spezzoni dei matching, come
fatto
con gli elementi, una volta finito, tagliate 4 spezzoni di tubo da 8 mm. lunghi 5 cm., schiacciateli agli
estremi e poi saldateli tra l’elemento direttore e il matching nella misura di 6 cm., partendo dalla fine,
vedi foto e disegno, poi fatelo anche
al riflettore e così via,
per tutti e quattro.
Costruite due squadrette di metallo con angolare
d’alluminio della misura 3x3 cm., fate un grosso foro della misura dell’So239,
fate
dei fori da 3 mm. e fissate i connettori
appena menzionati, fate altri due fori dall’altro lato delle squadrette da 3,
per poterle fissare con delle viti da legno al boom.
Praticate una sede sul boom per fissare le
squadrette. Montate il PL259 per “contenere le misure”, (vedi foto) la distanza
deve essere a circa 5, o 6 mm.
dal punto dove si deve saldare lo spinotto del bocchettone, aiutatevi con il
disegno e la foto; la parte libera della semicrociera può essere
accorciata in modo da saldare meglio il bocchettone,
fatelo anche dall’altra parte della doppia quad.
Nel momento in cui fissate al boom le squadrette,
approfittate per inserire, da una sola parte della squadretta due pagliuzze
saldabili messe insieme, nelle quali salderete uno spezzone di filo elettrico
flessibile della sezione di 2,5 mm., quadri,
dall’altro
lato lo salderete all’unificatore e così deve essere fatto anche all’altra
doppia quad.
Acquistate della vernice marina trasparente e
passatela con un pennello adeguato a tutto il boom insistendo sui “fori” delle
crociere e sul So239, (non fate entrare la vernice sul bocchettone), lasciate
asciugare e poi ripetete una seconda mano di vernice, dopo ancora ridate una
terza mano.
Isolate con del silicone “affogando” il connettore So239
dalla parte elettrica riguardante le saldature a stagno, compreso le pagliuzze e
le saldature dei fili. A questo punto preparate i collegamenti con cavo
coassiale. Al
centro del boom preparate un attacco da mettere a “T” per i connettori PL259,
saldare 4 connettori, sempre PL259 ai due spezzoni di cavo coax della lunghezza
più precisa possibile e del valore di 93 Ohm, (RG 62 A/u) serve a collegare e
mettere in parallelo le due doppie quad, mettere due fascette o più ai cavi per
tenerli fermi. Dall’attacco a “T” scendere al trasmettitore con cavo coassiale
da 50 Ohm. (RG8X). Preparate
una piccola piastra per fissare l’Antenna all’esterno, le misure sono: 18 x 12 cm. spessore 2 mm., fate le misure adeguate
e i
fori da 6 mm., che devono essere fatti
lateralmente della piastra a 2
cm. con larghezza 5 ., serve per il bloccaggio della
piastra al boom. Al centro praticate
altri fori per il fissaggio della piastra
al
palo di sostegno, comunque questaultima misura dipende dal diametro di questo.
Costruite dei collari con barra filettata da
6 mm. prestando attenzione di non stringere troppo quando
fissate la piastra al boom, in quanto è di legno e si potrebbe rovinare, poi
altri due collari per il fissaggio al palo di sostegno.
L’Antenna
è finita, ora occorre provare a trasmettere in bassa potenza verificando le
stazionarie; se avete seguito il procedimento qui descritto dovrebbe esserci
un
ROS 1,1:1.
Ad ogni modo, come sempre sono a disposizione per
qualsiasi altro chiarimento in merito, buon lavoro e “in bocca al lupo”!
Con i miei migliori 73.
P.S.
L’autore lascia libera la costruzione al
Radioamatore che vuole sperimentare.
Inoltre chi volesse vedere
maggiori particolari, sull’articolo lo può fare rivedendo sul sito ARI.it
supplemento telematico di Radio Rivista
07/2010.