Riscopriamo_la_J

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Figura 3 Figura 1 Figura 2

Si tratta di un'antenna generalmente usata per le VHF, qualcuno, per le UHF. Raramente per le HF. il nome deriva dalla vaga forma a "J" del sistema.E' un radiatore semplice da costruire e occupa meno spazio di una ground plain. Utilissima in portatile, visto che si puo usare su veicoli privi di lamiere (provatela su uno scooter), o semplicemente appoggiata ad un paletto. Si tratta di un radiatore a 3/4 di lunghezza d'onda con un adattatore di impedenza parallelo lungo un quarto d'onda. Tutto cortocircuitato alla base. I vantaggi di questa antenna sono principalmente la mancanza del piano di terra (cosa non da poco) al prezzo di una maggior complessità di costruzione.Non guasta un guadagno teorico di circa 3 dB sull'isotropico. E' bene chiarire che il fatto della non necessita del piano di terra, vuol dire che l'antenna funziona se non ha il piano di terra ma se c'e è molto piu meglio assai. Gli svantaggi sono costituiti da un angolo di radiazione piu elevato rispetto ad una verticale ad un quarto d'onda, a patto però, che questa abbia un buon piano di terra. Utilizzando un programma di simulazione delle antenne, considerando la frequenza di 144,5 MHz, vediamo chiaramente come funziona il sistema. La corrente che scorre negli elementi è pari a zero, al termine dello stub di adattamento, è lostesso dicasi del termine del quarto d'onda iniziale, dell'elemento piu lungo (Fig. 1) mentre la parte superiore irradia una completa semionda. Per le caratteristiche costruttive, ne esistono tre diverse versioni. La prima è quella descritta da I4NE nel libro Antenne, secondo volume. Lo schema di base è quello classico, stilo lungo e stilo corto montati in corto sullo stesso piano e adattamento di impedenza mediante adattatore a "q" e Balun (Fig. 1). E' quella piu complessa da costruire ma quella piu teorica. La seconda è quella più comune e nota (Fig. 2). Lo schema di base è il solito. La costruzione è semplificata dal fatto che non è previsto alcun Balun. L'alimentazione è situata poco oltre la base mediante un ponticello scorrevole dove è collegato il cavo. Funziona anche in seconda armonica, e quindi multibanda. E' interessante notare che la calza ed il centrale del cavo coassiale possono essere indifferentemente collegati ad uno dei due elementi. La terza versione l'ho scoperta su Internet, si tratta di un'antenna di produzione americana. E' una versione ulteriormente semplificata delle due (Fig. 3). E' stata tolta la sezione sotto il punto di alimentazione. La geometria è la stessa delle altre ma niente ponticelli, Balun e complicazioni varie. Un semplice angolare in robusto metallo su cui è avvitato il radiatore da 3/4 d'onda mentre lo stub (isolato da massa) è collegato al cavo di alimentazione. In questa caso il funzianamento sulla secanda armonica, è davuto ad un terzo elemento, posta tra i due, che è un quarta della lunghezza d'onda dello stub che funziona come elemento da 3/4 d'onda per la nuova frequenza. Semplice ed efficace, io la usa da anni per le VHF e UHF. Per gli interessati, riparto due formule rapide rapide:
- Elemento 3/4 d'anda = 300/f * 3/4
- Elemento 1/4 d'anda = 300/f * 1/4
La distanza tra gli elementi non è critica e può variare tra i cinque e i dodici cm. La taratura dell'antenna si effettua spostando il ponticello per le versioni normali, mentre per l'americana, si allungana o si accorciano gli elementi.

Lido Pasquesi - I5WNN - Rewritten I1WQR