Questa semplice apparecchiatura che ora vi descriverò la costruii diversi anni or sono e solo dopo averla sostanzialmente modificata mi accingo ora a descrivervela. Essa è un utilissimo ausilio per chi effettua autocostruzione nelle VHF perché permette di disporre di un segnale stabile e continuo per la progettazione e la taratura di antenne ed apparati.
I beacon ufficiali, presenti nella porzione di gamma che va dai 144,400 MHz in su, non sempre sono in aria e quindi non sempre sono disponibili per le nostre esigenze.
Avevo da tempo assemblato questo generatore di segnali, e che avevo anche utilizzato in passato quando effettuavo le prove comparative fra le antenne Yagi (http://www.aricollialbani.it/files/Test 20comparativo 20di 20Yagi 20VHF.pdf), ma esso forniva un segnale troppo debole per lo scopo che oggi io mi prefiggevo.
Infatti, ad una Fiera di qualche tempo fa, avevo acquistato un convertitore da 432 a 144 MHz della ELT Elettronica e che era restato per troppo tempo accantonato ed inutilizzato.
Considerate le sue discrete "performance", mi ero proposto di utilizzarlo come parte ricevente in un secondo Transverter da 144 a 432 MHz che avevo intenzione di costruirmi, dopo l'esperienza del mio primo esemplare che realizzai una quindicina di anni fa e che fu pubblicato su tre numeri di Radio-Rivista nel 1995.
Questo mio primo Transverter da 144 a 432 MHz, tuttora funzionante (vedi la sua completa descrizione su https://mqc.beepworld.it/attivit-radioavventura.htm, non è tuttavia utilizzabile in contest, data la sua scarsa sensibilità della parte ricevente, costruita intorno ad un sintonizzatore Tv, radicalmente modificato.
Ho quindi iniziato la realizzazione di un nuovo esemplare, iniziando così a sviluppare il converter di trasmissione.
Si tratta di effettuare la conversione di un segnale SSB, a basso livello a 144 MHz, effettuando il battimento con l'oscillatore locale del converter di ricezione, anche in questo esemplare a 288 MHz, come nel transverter prima edizione, del 1995.
E dire che io pensavo allora di aver inventato qualcosa, mentre la ELT, costruttrice della basetta da me acquistata sulla bancarella, la costruiva anch'essa sullo stesso principio, ed anche molto meglio di me.
Solo che io, allora, non lo sapevo... Sicché, per i miei scopi, il segnale a basso livello sui 144 MHz me lo dovevo oggi prelevare da un apparato esistente, palmare o RTX che sia, mantenendolo in trasmissione continua per un tempo assai pericoloso.
Il primo stadio del convertitore di trasmissione fu assemblato rapidamente, ma gli stadi di potenza restavano ancora tutti da costruire e non me la sentivo di rischiare di bruciare i miei apparati continuando ad utilizzarli in questo modo, cioè come generatori di segnali di basso livello..
Ora, dopo questo lungo preambolo, veniamo quindi al Beacon (Foto 1 e 2).
A me occorreva un qualcosa che fornisse almeno un centinaio di milliwatt sui 144 MHz, stabili e regolabili come livello.
Ho quindi modificato in tal senso il mio pre-esistente beacon locale. Dico "locale" perché io lo utilizzo per generare un segnale stabile in 144 MHz come pilota, per le mie prove.
Innanzi tutto c'era da modificare l'oscillatore a quarzo: esso impiegava ed impiega un quarzo overtone SAR, marcato 72,200 MHz.
Il circuito oscillatore precedente era del tipo non sintonico, sicché la frequenza di oscillazione del quarzo era, probabilmente, nella fondamentale del quarzo (credo 72,200 : 3 = 24,066 MHz).
Seguivano un paio di circuiti moltiplicatori tarati per il massimo segnale ricevuto sui 144 MHz da un ricevitore locale. Il segnale era però talmente minuscolo che né il frequenzimetro e né l'ondametro erano in grado di rilevarne la frequenza esatta.
Le bobine erano inoltre state costruite in modo approssimativo e la loro taratura era stata effettuata anch'essa per il massimo segnale ricevuto.
La prima modifica è stata quella di costruire un oscillatore Colpitts che oscillasse direttamente intorno a 72 MHz, senza ancora l'impiego del quarzo.
Una volta costruito il circuito ed appurato che la frequenza generata fosse quella corretta, ho collegato il quarzo in serie al circuito
di base, sfruttandone la sua risonanza serie.
La frequenza generata si "aggancia" perfettamente su quella propria del quarzo, col vantaggio di ottenere un segnale robusto, stabile ed anche sensibilmente modificabile accordando il nucleo di L1, malgrado la presenza del cristallo (vedi Schema).
Il successivo stadio moltiplicatore X2, realizzato con un 2N918, fornisce il pilotaggio al 2N3866, finale.
La frequenza da me scelta è stata 144,271 MHz. Questa volta, le bobine sono state costruite e tarate preventivamente mediante un altro strumento, il "Prova Bobine", che ho descritto in altri miei articoli, oltre che pubblicato su RR 3/2018 a pag.100.
E' da notare la presenza del potenziometro con interruttore P1 : quando esso è a zero funziona il solo oscillatore, il cui segnale in seconda armonica è perfettamente ascoltabile anche ad una trentina di metri di distanza mentre, chiudendo l'interruttore ed aumentando gradualmente la posizione di P1, si alimenta il moltiplicatore ed il finale, la cui tensione di alimentazione è regolata tramite il transistor BD233 posto in serie all'alimentazione del collettore del finale.
Ne viene fuori un "segnalone", ottimo per pilotare in modo adeguato eventuali prove su piccoli amplificatori lineari in fase di realizzazione, oltre che essere applicato ad antenne Yagi e verificarne il funzionamento. Questo attrezzo è inoltre particolarmente utile quando, ad esempio, si inizia la taratura di un
preamplificatore senza la disponibilità di una adeguata strumentazione di tipo professionale e si vuole essere garantiti che ciò che si riceve proviene effettivamente dall'antenna e non per radiofrequenza presente nello shack ed indotta impropriamente nel circuito amplificatore.
In tal caso si irradia il suo segnale da debita distanza e lo si riceve con il nostro sistema di antenna.
Nella Foto 1 si può notare uno switch a due posizioni con l'indicazione 50 e 144 MHz.