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 Gamma match

Di larghissima diffusione il gamma match è il sistema di adattamento d'impedenza più diffuso, preferito da molti radioamatori per la sua semplicità. E' utilizzato quando il radiatore dell'antenna è di unica dimensione e connesso a massa.

Adattatore a gamma match.

 

Per la capacità necessaria all'accordo è di 7 pF per ogni metro di lambda.

Esempio: per 28 MHz = 75 pF per l pari a 10,70 m. Per cavo del tipo RG213, avente capacità di 97 pF per metro, la lunghezza sarà 77,4 cm, in quanto:

97pF : 100 cm = 0.97 pF per cm; 0,97 ´ 77.4 = 75 pF.

Per la sezione adattatrice L = 0.045 l, per cui :

(V) 299.793 : (F) 28.000 MHz = 10,70 m. (l) 10,70 ´ 0.045 = 0.48 cm.

Il diametro della sezione adattatrice deve essere compreso tra un quarto e metà di quello dell’elemento radiante. La distanza misurata tra le superfici dei due elementi deve essere di 0.007 lambda. La linea di alimentazione prevista per questo tipo di adattatore d’impedenza è sbilanciata, ovvero si utilizza un cavo coassiale. Una versione più facile da realizzare è quella che impiega un tratto di linea coassiale collegata tra la linea di trasmissione ed il radiatore, mediante un ponticello mobile che serve a cercare il punto di adattamento, facendolo scorrere lungo i due elementi paralleli. Unico difetto del gamma match è la deviazione, in misura di una decina di gradi, del lobo d’irradiazione verso la direzione del lato corrispondente alla sua posizione di montaggio, oltre che ad una leggera introduzione di reattanza induttiva, che si può eliminare accorciando leggermente la lunghezza del radiatore. La realizzazione del gamma match di questa versione è riportato in figura.

Gamma match. Versione con stub regolabile.

In sostituzione dello schermo del tratto di linea di accordo, si utilizza un tubo rigido per facilitare la taratura del R.O.S. e per il mantenimento preciso della distanza S. Si utilizza quindi solo il conduttore di una linea coassiale, saldando una sua estremità al centrale del connettore d’ingresso e proteggendo la connessione con silicone adatto, ma si può anche alloggiare il connettore su uno scatolino. Per tutta la sua lunghezza viene inserito nel tuboschermo tagliato un po’ più lungo e di diametro appena agevole per l’inserzione (8 mm. interno per centrale RG213). Il tubo, isolato in quel punto di inserzione, deve essere fermato da una barretta di materiale non conduttivo. Praticamente, come detto, si costruisce un breve tratto di linea, avente il tubo rigido in sostituzione della garza del cavo che è flessibile, onde permettere una taratura agevole. Tra lo stub e il radiatore viene posta una barretta metallica, scorrevole, per la ricerca del punto di adattamento, che corrisponde al punto di minor R.O.S.. La distanza tra il tubicino e il quarto di radiatore associato è di 0.007 lambda. Il diametro del tubicino dovrà essere non inferiore ad 1/3 e non superiore ad 1/2 del diametro del radiatore. Queste regole sono valide per radiatore avente impedenza d’ingresso di valore intorno a 25 ohm, e già compensato per la presenza del gamma riducendone la lunghezza della risonanza. In presenza di antenne aventi diversa impedenza, bisogna variare i parametri in modo sperimentale, e quindi le condizioni su citate valgono quale riferimento generico. Solitamente però, un’antenna a più elementi viene calcolata per una impedenza intorno a 25 ohm (per avere un guadagno buono ed un ottimo rapporto A/R) quindi non vi saranno problemi rilevanti nel rispettare dette regole. Osservazioni: l'adattamento a gamma bilancia anche il cavo coassiale di linea. Da tener presente che tale tipo di adattatore devia il lobo di circa 15° verso la parte dove è posto.

73 de IK0ZIZ Giovanni


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 YAGI 5 ELEMENTI PER 27.600 MHz di Giovanni Turco, IK0ZIZ

CB, banda cittadina, un caro ricordo pionieristico di molti OM, me compreso naturalmente (per la cronaca, lo pseudonimo era Napoli 4). Più che di nostalgia, credo che un progettino del genere sia di buon gradimento per uso pratico di parecchi OM, non negate!. Questo progetto di antenna direzionale è un lavoro eseguito pazientemente, con l’ausilio delle solite necessarie formule e i comodi grafici tratti dalle pubblicazioni disponibili sul mercato editoriale, non ultimo il libro del quale sono autore. Per una verifica delle dimensioni ottenute, ho voluto utilizzare due ottimi programmi per il calcolo di antenne Yagi... i risultati di ambedue sono stati pressoché identici, e concordano pienamente con quelli ottenuti col metodo cartaceo. L’antenna in questione ha impedenza di ingresso di 50 W, quindi senza alcuna necessità di essere adattata (figura 1). Il guadagno è ottimo, mediamente 8,30 dBd (10,45 dB Iso). Il rapporto A/R (avanti/retro) supera i 22,5 dB su tutta la banda. Il R.O.S. è inferiore a 1,04 :1 tra 27.4 e 27.8 MHz, e rimane comunque sotto 1 : 1 su tutta la porzione di banda inferiore e superiore all’intervallo di frequenza indicato, mantenendo altresì sufficientemente alto il rapporto A/R. Unica operazione necessaria è bilanciare il cavo coassiale di linea, realizzando un choke con l’ultimo tratto della linea stessa, come riportato in figura Il diametro degli elementi è mediamente di 25 mm. ovvero, è possibile impiegare sia un unico elemento in alluminio di quel diametro, sia di diametri diversi, e specificatamente, a scalare, di 30, 25 e 20 mm. In figura è riportata la distribuzione degli elementi di vario diametro, che si potranno raccordare con dei raccordi facilmente realizzabili. Lascio libera scelta del materiale isolante per costruire le piastre di sostegno per elementi, che saranno realizzate sufficientemente lunghe. Posizionata ad un'altezza di metri 5,40 il lobo presenta una elevazione dell’angolo verticale di 25° e, riferito a 0 dB, ha un guadagno di ben 12.56 dB. I grafici che seguono in coda, sono la miglior verifica di quanto asserito. Naturalmente, come di solito, piccole variazioni potranno rendersi utili o necessarie sul luogo dell’installazione, con l’aiuto di uno strumento misuratore di R.O.S.. A questo proposito, benché la linea di trasmissione possa essere di qualsiasi lunghezza, suggerisco di utilizzarne invece in misura pari a multipli di mezza lambda (lunghezza d’onda), per la giusta lettura del rapporto onde stazionarie al terminale che giunge al tx. Inutile raccomandare (ai poco esperti) di mai utilizzare corde metalliche per tirantare il palo di sostegno!



Dimensioni costruttive della Yagi 527-ZIZ.

73 de IK0ZIZ Giovanni


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 MIGLIORIAMO IL TR50/144 di Antonio Leoni, IW0EWD
articolo di Giovanni Turco, IK0ZIZ

Non tutti hanno le tasche piene ed allora, a volte, è necessario soddisfare le proprie ambizioni con rimedi poco dispendiosi per la realizzazione di sistemi di trasmissione che ci interessano. Per operare sulla "magicband"dei sei metri, ho optato per un transverter applicato ad un ricetrasmettitore VHF all mode della Yaesu, il modello FT290RII... questo passa il convento ! Il transverter in questione è un TR50/144 (50-144 MHz), funzionante in AM - FM - SSB, ed un foglio accluso lo descrive come un ottimo apparato, grazie ad alcune soluzioni applicate al progetto. Piccole modificazioni per migliorarne le prestazioni sono però possibili. Quelle che seguono sono variazioni al progetto da me apportate, ed il sistema è migliorato sensibilmente.

AGGIUSTAMENTO STADIO ALIMENTATORE

All’accensione, in modo ricezione, ho subito notato uno strano ronzio, non dipendente però dall’alimentatore utilizzato. Esso si formava a monte dell’ingresso. Ho rimediato a questo inconveniente inserendo, nei punti di connessione dell’alimentazione a 12 volt del transverter, due classiche induttanze VK200, usate normalmente per il blocco RF di ritorno, ed un condensatore ceramico da 1.000 pF posto in parallelo. Ho collocato questi tre piccoli componenti utilizzando i contatti e gli ancoraggi del portafusibile da pannello (per il filtro del positivo) e le pagliette dei connettori da pannello SO239 per la massa.

Nello schema : aggiunta Jaf VK200 e condensatore 1000 pF

AGGIUSTAMENTO STADIO TRASMETTITORE

Nel momento in cui ho iniziato a trasmettere in SSB, mi si è presentato un problema più grave: la modulazione è distorta, ma quel che è peggio la portante è instabile in frequenza.

Per la messa a punto di queste anomalie operiamo come segue :

  1. Colleghiamo, al connettore di antenna, un wattmetro terminante ad un carico fittizio.
  2. Selezioniamo, sull’RTX VHF il modo Cw e, tenendo premuto il tasto, ruotiamo il trimmer siglato RV2, che si trova vicino alle due resistenze antinduttive di color verde, fino a leggere sul wattmetro un’uscita RF di circa 10 watt.

Per evitare un eccessivo lavoro agli stadi di conversione, è bene non superare comunque i 15 w di potenza d’uscita, ma ricordo che nel rispetto delle regole Ministeriali, la potenza massima consentita per i possessori di licenza speciale è di 10 watt RF.

Con l’ausilio di un frequenzimetro, mettiamo a punto la stabilità in frequenza.

Per prima cosa leggiamo la frequenza di trasmissione, in CW. La lettura forse sarà giusta, ovvero leggerete 50.100 MHz trasmettendo a 144.100, ma per una buona stabilità consiglio di operare come segue:

  1. Individuate R14 (1000 ¼ di w), e dissaldatene il terminale verso C12, ed inserite poi una impedenza VK200 in serie. Praticamente un capo dell’impedenza è da saldare al terminale della resistenza R14 prima liberato, e l’altro lato al posto vuotato del terminale stesso oppure insieme all’isola ove è saldato c11, il ché è più comodo.
  2. Individuate il quarzo, XT1 (31.300 MHz). Nei pressi, sul lato componenti, troverete una piazzola stagnata, collegata al negativo dell’apparato. Con un filo argentato ponticellate questo punto con il contenitore del quarzo, evitando di riscaldarlo troppo.

Fatto ciò, aggiustate il valore della frequenza agendo sul compensatore CV6, posto vicino al quarzo.

Nello schema il punto dove aggiungere la Jaf VK200 e il compensatore CV6.

AGGIUSTAMENTO STADIO VOX

La commutazione Rx -Tx del transverter avviene attraverso la sottrazione di una piccola porzione di energia RF del condensatore C1 che, opportunamente raddrizzata e polarizzata, pilota la base del TR Q2 che, eccitato, pone in commutazione il gruppo di relé RL1+RL2.

Il problema che ho riscontrato in questa parte di circuito è che trasmettendo in SSB, ad ogni breve pausa di modulazione, il relé commutava in modo ricezione.

Figuratevi cosa succedeva quando trasmettevo in cw: occorreva una velocità di trasmissione non inferiore agli 80 caratteri al minuto, pena la commutazione in ricezione !

Per questo "inconveniente", le soluzioni possibili sono una delle due che seguono.

  1. Sostituire il C9 con altro di 47 mF, oppure aggiungerne un altro in parallelo del valore di 22 mF saldato sul lato rame, per ottenere un tempo di rilascio uguale al doppio di quello previsto dal circuito. Una soluzione che considero la più efficace, consiste nel pilotare la commutazione Rx-Tx direttamente dal nostro ricetrasmettitore: sia in modo SSB che in CW si otterranno uguali tempi nella commutazione. Le bobine di RL1 ed RL2 sono alimentate ai terminali con 12 volt di tensione continua; il negativo è commutato da TR Q2.
  1. Saldate un capo di un filo guainato, sul collettore del TR-Q2 (sul lato rame), e portatelo fino al pannello posteriore del transverter. I possessori di un FT290RII potranno collocare un relé a cubetto supplementare, (RLFT) con bobina da alimentare con 12 volt. Lo si potrà fissare sul circuito stampato, tra il pannello posteriore e lo stadio finale di potenza (che ha un dissipatore fatto con delle alette in alluminio).
  1. L’altro capo del filo che avevate precedentemente saldato sul collettore del TR-Q2 lo saldate sui contatti di scambio dell’RLFT. L’altro scambio dell’RLFT lo saldate, tramite un altro filo con guaina, sulla paglietta dell’SO239 (negativo), sulla quale salderete un terzo filo che porterete sul negativo dell’alimentazione della bobina RF.
  1. Il positivo di alimentazione per l’RLFT (che si commuterà nel momento di trasmissione), lo preleviamo dall’ FT 290RII. Separando il pacco batteria che è posto nella pare posteriore del ricetrasmettitore, individuate le connessioni necessarie per il controllo dell’amplificatore dedicato (opzionale). Tra queste, di fianco all’RCA per la RF noterete tre contatti incassati in un’asola. Su quello centrale, quando si passa in TX, è presente una tensione di 12 volt: saldate lì un filo che poi farete passare nel pacco batteria. Su di esso montate un jack female da pannello, e sul suo centrale saldate quel filo. Un’altro filo, intestato ad un capo con un jack maschio, entro il quale collocheremo in serie tra punta del jack e filo un comunissimo diodo 1N4007, servirà a collegare, con l’altro capo e saldato, il piedino della bobina RLFT. Non rimane, a questo punto, che sconnettere il sistema VXO originale del TR50/144. Dissaldate il condensatore C1.

Schema elettrico - Altri punti modificati.

Potete anche aggiungere, se volete, un led che segnali lo stato di trasmissione, collocandolo sul pannello. Per fare questo, agite in questo modo:

Prelevate dall’interruttore OFF/BYPASS-50 MHz (piedino centrale) con un filo guainato, la tensione che serve ad alimentare il led inserendo, tra il piedino alimentato del led ed filo, una resistenza da 1 K- ¼ di watt. Il negativo lo preleverete dal filo che si trova sull’RLFT proveniente dal collettore del TR-Q2. Per chi utilizza il TR50/144 predisposto con una presa di PTT esterno per il controllo remoto di apparati esterni, dovranno verificare, in quel punto, se la tensione sia positiva o negativa. Se essa è negativa, sarà possibile collegare il filo direttamente sul collettore di Q2. Dallo schema elettrico si nota la presenza di uno schermo che protegge un filtro: in realtà non c’è. L’ho creato con della vetronite doppia faccia. Le misure per farlo sono: 30x30x85 mm. Le parti vanno saldate tra loro ai bordi dei lati, e la scatolina che ne viene fuori si colloca lì dove dovrebbe essere. Precauzionalmente, prima di poggiare lo schermo costruito, proteggete la parte inferiore della scatolina appena fatta con del nastro isolante, per evitare che venga a contatto con il circuito o qualche componente, poi collegatela ad una piazzola di massa attraverso un tratto di garza recuperato da un cavo coassiale.

Grazie per l’attenzione.

73 de IK0ZIZ Giovanni


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 ">06m8e-ziz - YAGI 8 elementi
50.000 50.075 50.150
8 elementi, diametro millimetri 22.0

DISTANZA ELEMENTI
(m,cm,mm)

LUNGHEZZA ELEMENTI
(m,cm,mm)

0.000.0
0.622.0
1.108.1
2.333.6
4.079.9
6.229.4
8.423.3
10.160.0
2.982 m.
2.854 m.
2.716 m.
2.648 m.
2.586 m.
2.524 m.
2.561 m.
2.475 m.

YAGI 06M8E-ZIZ - note tecniche:
Frequenza: 50.000-50.150 MHz
Boom : m. 10,16
Impedenza: 28 ohm
Guadagno : 13,25 dBi (11,11 dBd)
Rapp. F/R: >28 dB
Angolo H : 40° a -3 dB
Angolo V : 35° a -3 dB

Questa antenna prevede elementi in alluminio anticorodal del diametro di 20 mm.
Quello del boom può essere compreso tra 40 e 50 mm., e consiglio di tirantarlo con adeguata corda (in fibra) da ancorare tra le sue estremità ed il master.
Tutti gli elementi sono considerati isolati.
Il rapporto F/R è maggiore di 28 dB, e il R.O.S., su tutta la porzione di fre quenza è di 1,8:1.
L'adattamento, per ottenere un R.O.S. di 1:1, può essere effettuato inserendo, tra l'ingresso e le linea, un adattatore di impedenza del valore di 35 ohm, che potete facilmente realizzare con due quarti d'onda di cavo coassiale tipo RG11, di lunghezza ognuna uguale a 99 centimetri, posti paralleli tra loro.
Il guadagno del sistema è di 13.25 dBi (11.11 dBd).
Buon lavoro!

73 de Giovanni, IK0ZIZ


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 ANTENNA QUAD 26M-ZIZ di Giovanni Turco IK0ZIZ

S = 48 cm.

Riflettore= 4x155 cm.

Radiatore= 4x148 cm.

Altezza dal suolo= 450 cm.

Distanza dal suolo 1,87 m. oppure 4,50 per una mutua impedenza costante. Si può anche tenere a distanze diverse, quelle indicate sono le ottimali per Chi non può installarla più in alto.

Caratteristiche tecniche:

Guadagno........................ >7 dB

Inpedenza (Zin)............ 50 ohm

Angolo d’irradiazione... primo a 20° - secondo a 65° ad altezza di m. 4,50

Rapporto F/R................ 20 dB medi

La linea di trasmissione sia una lunghezza multipla di 1/2 lambda (1,98 m.). Naturalmente i loops devono essere sostenuti da supporti non metallici (magari solo il primo tratto collegato direttamente al boom. Per migliorare ulteriormente il rendimento, si può interrompere il lato basso del riflettore com’è nel radiatore, e proseguire verso il basso per circa un metro. Tarare poi la lunghezza con uno stub, in modo da ottenere il segnale di ricezione minimo da una stazione che trasmette verso il riflettore (al contrario che nell’uso normale).

Buon lavoro e tanti dx!

73 de IK0ZIZ Giovanni


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 Misura del R.O.S. e lunghezza della linea

Se l'antenna, presenta al suo ingresso un’impedenza uguale a quella della linea di tra smissione, in essa non si formano onde stazionarie. Si ha quindi, un adattamento generale perfetto con il massimo trasferimento di energia dal trasmettitore della stessa impedenza d’uscita verso il carico, che la irradia tutta. Impiegando una lunghezza qualsiasi di linea ed inserendo un buon ponte di impedenza al suo ingresso, oppure in qualunque altro punto, si leggerà sempre l’impedenza del carico, come fosse misurato ai suoi morsetti d'ingresso. Inserendo un R.O.S.metro in qualsiasi punto, si leggerà un R.O.S. di 1 :1. Tutto ciò considerando l'antenna libera da ogni ostacolo e con linea senza perdite. Nella linea reale invece, ed in presenza di R.O.S., dovranno considerarsi le perdite dichiarate dal costruttore che dovranno essere calcolate a seconda del punto di lettura, partendo dal carico.

In qualsiasi punto si effettui la misura dell’impedenza di una antenna quando essa è accordata alla linea, la lettura sarà sempre reale. Se però l'antenna dovesse aver modificato l’impedenza per motivo intervenuto in seguito all'installazione e quindi ci si venisse a trovare nella condizione che il valore di ROS. sia divenuto diverso, maggiore di 1 : 1, possiamo ugualmente leggere il valore dell’impedenza alla terminazione di essa verso il trasmettitore, se a partire dal carico, la linea è lunga mezza lunghezza d'onda elettrica della frequenza di lavoro o multipli.

Quando l’antenna non è della stessa impedenza della linea, per leggerne il valore giusto bisogna effettuare la misura a distanza di mezz’onda elettrica da essa. Ricordo che, per lunghezza elettrica di cavo s'intende quella determinata dalla lungnezza fisica intera sottratta la parte pari al fattore k (velocità di propagazione del mezzo) dichiarato dal costruttore. Con una linea di lunghezza casuale possiamo quindi sapere, usando un ponte d’impedenza, solo che nel punto di connessione al TX l'impedenza è variata, ma non possiamo conoscere il mutato valore che il carico presenta al suo ingresso. La cifra di R.O.S., in qualsiasi punto della linea rimane invariato per ogni valore di disadattamento sopravvenuto (o già esistente) tra antenna e linea, poiché esso dipende solo, esclusivamente, dal valore del solo carico (antenna). Bisogna precisare che, se la lunghezza della linea viene variata, siccome in presenza di ROS. essa opera una trasformazione d’impedenza, si può trovare e misurare con un impedenzimetro, un punto che s’adatti ad un valore d’impedenza visto diverso, più gradito ai finali del trasmettitore, ma solamente in quel punto, fermo restando che il R.O.S. rimane sempre della stessa entità, invariato su tutta la linea, in ogni suo punto diverso da quello di adattamento "virtuale" e fino all'ingresso dell'antenna. Questo tipo di adattamento è possibile poiché, la linea coassiale è composta da R-L-C (resistenza e reattanza in serie, e quest'ultima può essere capacitiva o induttiva, a seconda della lunghezza della linea, ovvero del tipo di reattanza del punto d’ingresso al tx, essa si associa con quel valore alla impedenza dell'antenna, illudendo lo stadio finale... adattamento artefatto, inutile se fatto per ottenere il massimo trasferimento della radiofrequenza all’antenna. Alcuni si domanderanno allora il motivo per cui la lettura del R.O.S. varia quando si opera il famoso "tagliuzzamento", nel tentativo di "tarare l’antenna".   Questo rimedio, che molti ancora credono risolutivo, non lo è affatto! I motivi della variazione del R.O.S. sono diversi, e consistono nella vicinanza di altri oggetti metallici che si trovano in prossimità dell'antenna: introducono in essa una reattanza, modificandone la caratteristica d’impedenza resistiva. Il più comune dei casi è proprio lo stesso cavo coassiale di linea, ovvero la sua garza. Capita spesso, infatti, che l'antenna si accoppi in modo induttivo al tratto più vicino ad essa, ed introduca, lungo la parte esterna dello schermo, della corrente che raggiunge il ROSmetro: ne fa variare la lettura.

Quindi, tagliuzzando la linea il R.O.S. varia, ma solo perché la calza, accoppiata all'antenna è divenuta parte integrante di essa, modificandone l'impedenza. Per ovviare a questo inconveniente, e ad evitare che la calza del cavo irradi, (pur dandoci lo strumento di misura del R.O.S. valori reali in quelle condizioni), per evitare insomma che l'antenna funzioni in modo anomalo ed ottenere la misura della vera impedenza, e dunque anche del R.O.S. della sola antenna, è bene prendere un paio di precauzioni:

  1. porre la linea a 90° rispetto all'antenna per il tratto più lungo possibile.
  2. inserire tra l'ingresso e la linea, un balun del tipo corrente, un isolatore di linea (è una impedenza di blocco alla RF in serie alla calza del cavo).

Con un balun in serie alla linea Il R.O.S. non varierà più e la misura sarà attendibile. Per conoscere la potenza irradiata bisognerà sempre tener conto della perdita d'inserzione della linea.

In conclusione, il motivo di convenienza di calcolo della mezza lunghezza d'onda e multipli della linea di trasmissione, è di poter operare un monitoraggio continuo del valore di impedenza dell’antenna, standosene comodamente in stazione altrimenti, buone scalate! Dovrete raggiungere il connettore d'ingresso dell'antenna, per poterla misurare. Impedenzimetri di buona qualità si possono autocostruire, ma anche in commercio ve ne sono molti sufficientemente attendibili ed a costi raggiungibili.

73 de IK0ZIZ Giovanni


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 >Linea ideale per antenna multibanda

Abbiamo visto che è sempre conveniente utilizzare una linea di trasmissione calcolata alla frequenza di lavoro per i motivi di misurazione appena descritti. Le frequenze assegnate ai radioamatori sono, a partire dalla più bassa, tutte di cifra doppia tra esse... più o meno. Se utilizziamo un’antenna multibanda e impieghiamo una sola linea pari a multipli di l ½ della frequenza più piccola, essa sarà di lunghezza pari a multipli di quelle più grandi. Sarà quindi possibile effettuare misure d’impedenza sulla terminazione di linea in stazione. Ciò non è vero però per la banda dei 15 metri, la cui frequenza centrale è di 21.225 MHz, che non è doppia di 14.175 o metà di 28.300, frequenze di centro banda dei 20 e 10 M. Se allora volessimo utilizzare un’unica linea di trasmissione per le antenne multibanda, la soluzione è quella di scegliere delle lunghezze come dalla tabella che segue. Il cavo di trasmissione che ho preso in considerazione è l'RG213, che ha il fattore K 0,66 del quale ho già tenuto conto. Le frequenze sono quelle classiche di un’antenna tribanda diffusamente utilizzata.

 

n. l ½ Fq 28.300 Fq 21,225 Fq 14.150 n. l ½ Fq 28.300 Fq 21,225 Fq 14.150
1 3,495 4,660 6,990 15 52,437 69,920© 104,870
2 6,991 9,320 13,980¨ 16 55,933· 74,580 -
3 10,487 13,980¨ 20,970 17 59,428 79,240 -
4 13,983¨ 18,640 27,970§ 18 62,924© 83,900ª -
5 17,479 23,310 34,960 19 66,420 88,560 -
6 20,975 27,970§ 41,950» 20 69,916 93,220 -
7 24,471 32,630 48,940 21 73,412 97,880 -
8 27,966§ 37,290 55,930· 22 76,908 102,540 -
9 31,462 41,950» 62,920 23 80,403 - -
10 34,958 46,610 69,910© 24 83,900ª - -
11 38,454 51,270 76,900 25 87,395 - -
12 41,950» 55,930· 83,900ª 26 90,891 - -
13 45,445 60,590 90,890 27 94,387 - -
14 48,941 65,260 97,880 28 97,882 - -

Le lunghezze evidenziate rispettivamente dai simboli uguali sono multiple di l ½ buone per tutte e tre le frequenze considerate. In particolare si noti che, anche se non di frequenza armonica, la lunghezza di linea per la banda dei 15 metri è pari a quella dei 10 e 20 metri ad ogni multiplo di 1,5 l . Variazioni di frequenza e quindi di lunghezze, rispetto alle cifre indicate, sono ammesse entro il 2,5 %. Con tabella che segue fissiamo le lunghezze adottabili per tutte le bande HF

Fq : 1.825 3.650 7.050 14,150 21,225 28,300 lunghezza in metri
n. l½ - - 1 2 3 4 13,980
" - 1 2 4 6 8 27,970
" - - 3 6 9 12 41,950
" 1 2 4 8 12 16 55,930
" - - 5 10 15 20 69,910
" - 3 6 12 18 24 83,900
" 2 - 7 14 21 28 97,880

Anche le frequenze V-UHF sono in armonia con le lunghezze riportate, ma antenne per le HF che comprendano anche un sistema radiante per quelle bande non sono usuali, a meno che non utilizziate una di quei radiatori commerciali apparsi di recente sul mercato, che in qualche modo, dicono, si adattano a frequenze comprese tra 2-3 e 200 MHz.

73 de IK0ZIZ Giovanni


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 BALUN 1,56:1 di Giovanni Turco, IK0ZIZ

Capita che ci si trovi a dover adattare un carico che presenti una impedenza di 75-78 W ad una linea di 50W, come nel caso di un dipolo con angolo di 180° a mezz'onda. Il progetto in figura tratta di un balun 1,56:1 posto in serie ad un balun 1:1 .

E' composto da quattro spire pentafilari avvolte su torroide in ferrite di diametro esterno 3,8 cm e permeabilità 250.
La spira 7-8 è in Thermaleze n. 14H. le altre quattro in Thermaleze n. 16H.
Il balun 1:1 è formato da 11 spire bifilari di Thermaleze n. 14H avvolte su torroide di ferrite di diametro esterno 6,1 cm e permeabilità 250.
Un filo è ricoperto con guaina teflon. Si ottiene così una impedenza caratteristica molto prossima a 75W, valore ottimale.
Adattando un cavo a 50W ad un carico di 75W, si noterà che il rapporto di trasformazione d'impedenza è letteralmente piatto da 1,5 a 40 MHz.
La potenza applicabile è molto prossima a 1 kW.
Il balu 1:1 d'impedenza 75 W da solo cosituisce un eccellente trasformatore di isolamento per la linea a 75W mentre il balun 1,5:1 da solo è un ottimo adattatore di impedenza tra la linea a 50Wed una a75 W.

73 de IK0ZIZ Giovanni


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 Modifica per il KENWOOD TH-G71E by HB9OAE
Nuovo ricetrasmettitore palmare VHF/UHF a doppia banda Tastiera illuminata e memoria alfanumerica Menu' di sistema Un ulteriore aiuto all'operatore e' fornito dal menu' di sistema in grado di controllare con facilita' tutte le funzioni disponibili. Potenza e prestazioni elevate Grazie all'antenna dalle elevate prestazioni, e' in grado di erogare fino a 6 W (VHF) 5,5 W (UHF) con alimentazione diretta a 13,8 V cc. E' inoltre possibile regolare la potenza RF su 3 livelli. 200 canali multifunzioni In ogni canale e' possibile registrare tutti i valori di frequenza, shift, dicitura alfanumerica. CTCSS encoder/decoder di serie. MIL STD810E rispondente alle severe norme MIL STD810E. memorie DTMF , e' possibile memorizzare l'apparato tramite PC. APO funzione di autospegnimento. TIMER di fine trasmissione. Circuito economizzatore di batteria.
PREZZI:£.730.000 da www.radiosystem.it , da www.radaufunk.com SFR. 440.

MODIFICA
Esiste una modifica unica che provvede ad allargare la banda operativa sia in ricezione che in trasmissione per il TH-G71. Occorre aprire l'apparato facendo attenzione al flat cable che trattiene la parte frontale con quella posteriore, nella parte frontale, all'interno, individuare un ponticello di filo verde (di solito) situato nell'angolo del circuito stampato in basso a destra. Richiudere l'apparato eseguire un reset ed ora é pronto per trasmettere: 136/174 e 400/470 mHz e ricevere : 118/136 in AM 320/400 800/950 FM.

Buon divertimento e 73s' de hb9oae@uska.ch maico.
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 ATTIVITA’ MOBILE IN MAGIC BAND ! by HB9OAE

Cari seimetristi, riguardo all'impiego su mezzo mobile, per gli apparati non c'è che l'imbarazzo della scelta (tenuto conto della disponibilità monetaria), ma per l'antenna come si fa? Scartate le direttive (per ovvi motivi) rimangono le verticali. Commercialmente non mi risulta che ci sia nulla di dedicato, almeno facilmente acquistabile in Italia, ma ecco venirci in aiuto le antenne nate per la banda civile dei 43 MHz (da 43.300 a 43.7875 in 24 ch). Queste antenne, se in configurazione ¼ lambda full size, sono lunghe 1.65 m circa, quindi scorciandole di 25 cm risuonano perfettamente in 6 metri. Se la configurazione è diversa ed è presente una bobina di carico, cercate quelle più lunghe possibile, per avere il miglior rendimento (attenzione, non acquistate quelle cortocircuitate alla base perché difficili far risuonare in 50) e accorciate lo stilo un cm per volta fino ad ottenere il miglior ros. Da prove fatte la massa metallica di una vettura è più che sufficiente ad assicurare un rendimento dignitoso ed un basso ROS, soprattutto se l'antenna è montata a tetto (curate il contatto di massa, mi raccomando). Anche il montaggio su base magnetica, molto più indolore per la carrozzeria della vettura, può essere una valida soluzione, purché si scelga una base magnetica sufficientemente grande. A proposito, occhio a non eccedere con la velocità perché si possono staccare! Per chi ha già un'antenna per i 144 e/o i 430 MHz, se questa non è cortocircuitata o ha bobine di carico alla base, lo stilo può essere tranquillamente sostituito con uno stilo di ricambio per antenne CB da mobile. Sono degli stili d'acciaio armonico lunghi oltre i 1.45 m a noi necessari e con 10kl ad una fiera Vi passa la paura. Poi c'è da dire, e questo vale per la configurazione ¼ lambda = 1.45 m, che una simile antenna risuona anche in 144 (3/4 lambda) con ros 1.5 circa ed anche in 430 (9/4 lambda) con ros entro 2, ancora perfettamente valide per il traffico fm diretto o via ripetitore. Il problema è che ti scambiano per un CB ! Personalmente uso uno stilo ex CB montato su base magnetica della Sirtel (nata per i 144), e con una simile configurazione più il fido 706, all'inizio dello scorso giugno, in /6 (Pineto, dalla spiaggia), ho lavorato in una settimana (12 ore totali di radio), 26 country (vedi foto dell'antenna). La scorsa primavera nelle stesse condizioni ho collegato anche, ma in Perugia, ZS, 3C5, TZ, 7Q7, in un pomeriggio in cui la tep tirava! Infine c'è da dire che una simile antenna è perfetta per i qso in fm che, ricordo, vanno fatti oltre i 50.500. Scritto da IWORGN per le norme italiane , HB9OAE ha levato solo la parte legale che non ci interessa in HB9 , esempio larghezza della banda , potenza (100 Watt ERP) ecc.

DIPOLO FILARE o RIGIDO.

La misura di metri 1.43 (x braccio) vale anche per un dipolo , meglio tagliare a 1.50 poi controllare il ros.

Buon divertimento e 73s' de hb9oae@uska.ch maico.


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 Antenna Filare Windom per i 6 metri by HB9OAE

Questa antenna é stata costruita presso la sede del Radio Club Tera.

Antenna di tipo filare che ben si presta all'uso in 6 metri , grazie al disegno asimmetrico questa e offre una copertura molto estesa. 

L'impedenza caratteristica è di 50 ohm . guadagno ca. 1 dbd.

Misure:  Polo freddo un 1/4 d'onda ,  Polo  caldo multipli dispari di un 1/4 d'onda.

 

Questa antenna può essere installata in due modi:

  • 1) a "V" invertita; il punto centrale è il punto più alto, e i due semidipoli scendono a circa 45°. Con questo tipo di installazione l'antenna ha il rendimento nella direzione (e retro) dove è orientato il lato lungo.  
  • 2) orizzontale; questa è la configurazione classica del dipolo, e anche in questo tipo di installazione l'antenna "sente" in modo migliore la direzione dove è orientata , ha  un diagramma d'irradiazione a quadrifoglio.

    Ringrazio in particolare HBFBL , 9FBM e 9OAU.

    LUNGHEZZA CAVO Questa formula mi é stata passata da Vittorio IK2EYL.

    300 : frequenza x 0,66 x numero dispari


    Questa é la mia stazione in QSY.

    73 de hb9oae


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