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domenica 12 febbraio 2023

Le antenne filari per onde corte

Antenne per onde corte

L'antenna è l'elemento più importante per la buona riuscita di un collegamento radio. Quindi, è d'obbligo scegliere l'antenna giusta per ogni applicazione.

In generale, un filo di lunghezza qualunque può funzionare come antenna: è comunque importante avere un buon piano di massa come riferimento, oppure un contrappeso elettrico o usare un'antenna bilanciata.

Altra cosa importante è l'altezza dal suolo e la posizione rispetto ad ostacoli, come pareti, alberi o strutture metalliche. Vedete a questo proposito i post sulla propagazione in questo blog.

Le antenne filari sono le più facili ed economiche da costruire: i materiali usati sono spesso cavo isolato per impianti elettrici e scatole di derivazione, nonchè supporti realizzati recuperando oggetti di uso comune.

Sono antenne che, per la loro semplicità, ingombro minimo e peso ridotto, sono ampiamente impiegate in operazioni in portatile.

Il Bal-Un

Le antenne qui descritte hanno la caratteristica di essere di tipo bilanciato, o comunque di considerare parte attiva anche la linea di trasmissione.

Per poter funzionare correttamente, questi tipi di antenne devono raccordarsi almeno ad una linea bilanciata, tipo le piattine bifilari da 200 o 300 Ω.

In questo tipo di linea, i campi elettromagnetici emessi dalle correnti di andata e ritorno si annullano reciprocamente, evitando di irradiare nello spazio circostante.

Se si usa un cavo coassiale, cioè una linea sbilanciata, il campo elettromagnetico emesso dalla corrente di ritorno non potrà controbilanciare quello della corrente di andata, irradiandosi all'esterno.

Il cavo si comporterà quindi da antenna, irradiando specialmente all'interno della casa, in modo particolare nella sala radio.

Per eliminare questo effetto, si usa il Bal-Un. Il nome deriva da Balanced-Unbalanced: è in genere un circuito magnetico che, sfruttando il modo particolare di far circolare la corrente RF, blocca la parte di campo elettromagnetico emessa dalla calza del cavo coassiale.

Viene realizzato avvolgendo due circuiti magnetici su un nucleo, di solito toroidale. Gli avvolgimenti fanno in modo che il flusso prodotto si annulli nel nucleo, lasciando passare solo la corrente a radiofrequenza.

Questo tipo di Bal-Un è generalmente a larga banda e non fa trasformazione di impedenza; la banda passante dipende dal tipo di materiale componente il nucleo (ferrite, non ossidi di ferro), dal tipo di cavo e dall'isolante usato per gli avvolgimenti. Cavo che può essere anche di tipo coassiale.

Un altro tipo di Bal-Un viene realizzato con componenti passivi: due reti di sfasamento a +90° e -90° che congiungono la parte bilanciata in un unico punto sbilanciato rispetto a massa:

Essendo composto da elementi reattivi, lavora in una ristretta banda di frequenze ed è dimensionato in base all'impedenza di ingresso ed uscita.

Viene impiegato soprattutto dalle VHF in su, dove le ferriti iniziano a far sentire i loro limiti con le perdite.

Se il Bal-Un viene realizzato a trasformatore, in base al rapporto spire si ottiene un rapporto tra le impedenze di antenna e linea. Questo diventa utile per trasformare l'impedenza elevata di particolari antenne, come il dipolo ripiegato, a quella standard di 50 Ω.

Se gli avvolgimenti non sono di tipo bilanciato, si ottiene alora un trasformatore Unbalanced-Unbalanced (Un-Un).


La Long Wire

Un filo di lunghezza qualunque. E' questa l'antenna più semplice da realizzare. Più lungo è il filo, migliore potrà essere la resa.

Ciò che interessa a noi, è l'impedenza presentata alla linea. Giocando con un'ampia banda di frequenze, l'impedenza varia da pochi ohm a decine di migliaia di ohm, che potrebbero non essere adattati facilmente alla radio.

Ci sono due modi di utilizzare queste antenne. Se analizziamo l'andamento dell'impedenza Z0 in funzione della frequenza f, otterremo dei minimi e dei massimi.

Le End Feed Half Wave Antenna sono lunghe 1/2 λ; presentano quindi una elevata impedenza. Si può ridurre questo valore con un trasformatore Un-Un 9:1 o 16:1, seguito da un Bal-Un. Se calcolate per la frequenza più bassa, ad esempio 3.5 MHz, si possono utilizzare anche a 7, 14 e 28 MHz. Il match è ottenuto con una rete LC parallelo.

Le Random Wire Antenna invece utilizzano le zone ad impedenza più bassa, attorno a 200 Ω. Entro un certo limite, con un trasformatore 4:1 seguito da un Bal-Un, si riescono ad accordare più o meno tutte le bande. Il match è ottenuto con una rete LC ad L o a pi-greco.

La lunghezza non è propriamente casuale, va cercata quella che riesce a realizzare un compromesso tra bande di frequenza e valori attorno a 200 Ω. L'uso del Bal-Un è sempre obbligatorio, assieme ad una buona messa a terra o ground plane.

Il dipolo semplice

La più classica delle antenne è il dipolo semplice. E' formato da due conduttori lunghi un quarto di lunghezza d'onda, tenendo poi conto del fattore di velocità dei cavi, che può essere da 0.66 a 0.9, a seconda del conduttore usato.

La linea di alimentazione è presa alla metà, usando un cavo coassiale collegato con il centrale ad un braccio e la calza all'altro.

Il guadagno del dipolo semplice, rispetto al dipolo isotropico, è di 2.15 dB, l'impedenza è di 72 Ω.

I due bracci sono tenuti assieme meccanicamente da un supporto isolante. Come cavo va benissimo quello da 75 ohm normalmente usato per le discese televisive.

Importante è isolare dagli agenti atmosferici i collegamenti elettrici esposti all'esterno con vernice e nastro isolante, magari del tipo auto-amalgamante.

In questo tipo di antenne risonanti, la corrente sarà massima al centro (morsetto di antenna) e minima agli estremi; di conseguenza, la tensione sarà minima al centro e massima alle estremità. Collegare quindi queste estremità a dei tiranti con degli ottimi isolatori ceramici o in teflon: devono sopportare elevate tensioni a radiofrequenza e reggere agli agenti atmosferici.

Il dipolo semplice è un'antenna di tipo bilanciato, quindi per funzionare non ha bisogno di un piano di massa.

Il dipolo ripiegato

Si tratta di due fili paralleli e distanziati tra di loro, uniti alle estremità, ed uno di questi è un dipolo tradizionale.

Nel tratto che unisce il dipolo dai due estremi la corrente circola in modo invertito rispetto al dipolo, in accordo con le leggi di propagazione in una linea di trasmissione.

Il risultato è un'antenna  la cui impedenza è di 300 Ω. Con un Bal-Un 4:1 il cavo coassiale sarà da 75 Ω.

Il guadagno del dipolo ripiegato, rispetto al dipolo isotropico, è di circa 2.38 dB.

La "V invertita"

La "V invertita" (Inverted V antenna)  in pratica un dipolo semplice con i rami che scendono verso terra, formando tra di loro un angolo di 90...120 °.

La lunghezza dei rami, oltre ad essere raccorciata dal fattore di velocità, risulterà ultreriormente più corta a causa della inclinazione dei due semidipoli. 

Essendo l'angolo dei due rami inferiore a 180 °, l'impedenza ai morsetti sarà inferiore a 72 Ω, raggiungendo circa i 50 Ω con un angolo di 120 °.

Per ragioni di sicurezza, oltre a limitare l'effetto del suolo, tenere le estrmità ad almeno tre metri di altezza: come in tutti i dipoli avremo in questi punti il massimo della tensione a radiofrequenza.

La "L Rovesciata"

Per la costruzione di una "L rovesciata" (Inverted L antenna) è sufficiente disporre di un cavo elettrico in PVC, da 4 mm², lungo un pò di più di un quarto d'onda e teso tra due sostegni.

Il lato orizzontale viene ancorato tra due camini o ai pali di sostegno, tramite degli isolatori, oppure con degli spezzoni di corda di nylon, che assicurano un buon isolamento.

La discesa è la seconda parte dell'antenna ed è realizzata con lo stesso cavo, steso verticalmente. Va terminata presso il connettore per antenna esterna della radio, curando soprattutto una buona messa a terra.

Essendo un'antenna tipicamente induttiva, va collegata alla radio con un condensatore variabile per cancellare la reattanza positiva. Il valore dipende dalle dimensioni dell'antenna e varia da 100 a 1000 pF.

Per ottenere buoni risultati, è bene che queste antenne siano sistemate nel luogo più alto dell'edificio, lontano da ostacoli naturali come tetti e camini e lontano da oggetti metallici.

La Windom

L'antenna che richiede meno lavoro e che presenta il migliore rapporto costo-prestazione per i nostri scopi è l'antenna Windom, che consiste in un dipolo teso orizzontalmente dal quale la discesa viene derivata fuori centro, realizzando così due bracci lunghi rispettivamente un terzo e due terzi della lunghezza totale.

Essendo fuori centro, l'impedenza è maggiore di 50 Ω, tipicamente 300 Ω.

In origine, la discesa era un singolo conduttore collegato alla parte orizzontale. In questo modo, però, il conduttore faceva parte dell'antenna, insomma irradiava, con grossi problemi di "RF in the shack". Può andar bene se si usa soltanto in ricezione.

Attualmente, questo tipo di antenna collega la discesa o ad una linea bilanciata a 300 Ω, oppure ad un trasformatore di impedenza ed ad un Bal-Un, spostando il punto di alimentazione.

Questa antenna ha la massima resa per i segnali che giungono ortogonali alla direzione del conduttore ed ha il massimo rendimento in corrispondenza della sua frequenza di risonanza, calcolata come per i dipoli semplici.

Quindi, se ci interessano i 20 metri (centro banda a circa 14250 kHz per la fonia), la lunghezza totale del filo teso sarà di 145.000:14250 = 10,175 metri e la discesa sarà collegata ad un terzo, cioè a 3,392 metri da una estremità.

L'antenna Windom, se sufficientemente lunga, puo essere poi usata anche per lavorare su altre gamme di frequenza, lavorando in armonica.

73 de Andy IV3ONZ


Link utili e bibliografia:

  • "ARRL Antenna Book", 21st Edition
  • Constantine A Balanis, "Antenna Theory Analysis and Design" 2nd Ed., © 1982-1997 John Wiley & Sons

mercoledì 11 gennaio 2023

Caratteristiche delle antenne

Dimensionare un'antenna

In un'antenna, analogamente alle linee di trasmissione, le componenti di induttanza, capacità e resistenza sono distribuite in modo pressoché uniforme lungo tutto il filo. Supponendo che la velocità di propagazione del segnale sia uguale a quella della luce (c = 300000 km/s), la distanza che esso percorrerà in un ciclo sarà uguale a detta velocità c diviso la frequenza f:

λ = c / f

dove λ è la lunghezza d'ondaQuando il filo sarà lungo pari a λ/2, avremo la lunghezza della linea alla frequenza di risonanza, ovvero otterremo ai capi dell'antenna una pura resistenza.

La formula teorica quindi per calcolare la lunghezza totale l in metri di un'antenna risonante ad una data frequenza f in Hertz, sarà:

l = 300 x 10⁶ / 2f

La lunghezza elettrica di un'antenna filare non è nella realtà uguale alla lunghezza fisica espressa in lunghezze d'onda o frazioni.

Antenne realizzate con materiali diversi avranno lunghezze fisiche diverse. A determinare la lunghezza fisica di un'antenna entra in gioco principalmente il dielettrico usato come isolante, con minor impatto poi il materiale conduttore ed il rapporto tra la lunghezza del filo ed il suo diametro.

La formula quindi per calcolare la lunghezza effettiva di un'antenna dovrà essere corretta da un fattore k, sempre minore di uno:

l = k λ/2

dove k è il fattore di velocità del conduttore.

Impedenza

L'impedenza di antenna nel punto di alimentazione dipende dal rapporto

ZL = V / I

e questo valore cambia da 0 ad infinito a seconda della lunghezza dei conduttori di antenna rispetto alla risonanza.

Spostando il punto di alimentazione rispetto il centro fisico, l'impedenza dell'antenna varia sino ad ottenere valori molto alti se il punto coincide con l'estremità.

Convenzionalmente, i valori più comuni di impedenza sono 50 Ω, ma valori inferiori o superiori possono essere facilmente ottenuti, tipicamente 75 Ω o 300 Ω.

Da notare che, nella pratica, difficilmente si potranno ottenere i valori teorici di impedenza.

Questo dipenderà da fattori esterni, quali la distanza dal suolo o da un piano di massa, la vicinanza di ostacoli, ecc.

Guadagno ed Efficenza

Il guadagno di un'antenna viene di solito definito come guadagno assoluto, ovvero riferito al radiatore isotropico, ottenuto in una data direzione.

Il guadagno massimo sarà ovviamente associato alla direzione del lobo principale.

Nelle misure, viene spesso in pratica rapportato al guadagno di un'antenna di riferimento, avente caratteristiche note, come un dipolo semplice oppure il radiatore isotropico.

Il guadagno viene espresso in dBd se riferito al dipolo semplice, oppure in dBi se riferito al radiatore isotropico. L'equivalenza tra le due espressioni è la seguente:

[dBd] = [dBi] - 2.15

L'efficienza di un'antenna tiene conto delle perdite, dovute per esempio al disadattamento con la linea di trasmissione, dalle dimensioni fisiche, dalla presenza di ostacoli, ma anche per perdite dovute ai materiali impiegati nella realizzazione.

E'data dal rapporto tra la potenza radiata (ERP) e la potenza P0 applicata ai morsetti:

eff = ERP / P0

ed è un numero puro sempre minore di 1.

Effective Aperture Size

Un'antenna ha una dimensione effettiva reale che è maggiore della sua dimensione fisica a causa della influenza con i campi elettromagnetici che la circonda.

L'apertura effettiva di un'antenna ricevente (Effective Aperture Size) è la superficie effettiva che cattura tutta la potenza che la attraversa e la fornisce ai terminali dell'antenna (area di cattura).

L'area di apertura effettiva di un'antenna in ricezione, AR, è correlata al suo guadagno GR:

AR = GR λ²/4π

Nota la densità di potenza PD, la potenza ricevuta PR sarà data da:

PR = PDAR = PDGRλ²/4π

Antenna Factor AF ed altezza efficace in ricezione

Il Fattore di Antenna (Antenna Factor, AF) è definito come il rapporto tra il campo elettrico E prodotto da una certa antenna ed il valore di tensione V presente ai morsetti della stessa. E' un parametro utile nelle misure di campo, dal quale è facile risalire alla potenza applicata e viceversa. Si misura in dB/m o 1/m.

Poichè il campo elettrico prodotto da un'antenna è indipendente dalla frequenza, è facile risalire ad esso conoscendo l'AF e la tensione (o potenza) applicata, nota l'impedenza di antenna.

L'altezza efficace è il reciproco dell'antenna factor ed indica il punto dove l'intensità di campo elettrico presente di fronte ad un'antenna ricevente genera la massima tensione ai morsetti. E' il rapporto tra la tensione ai morsetti ed il campo elettrico, si misura in metri.

Banda passante

Le antenne risonanti hanno una banda passante ridotta, dovuta all’effetto della risonanza.

La banda passante di un'antenna è il range di frequenze nel quale le caratteristiche dell'antenna non degradano in modo sostanziale, secondo standard definiti.

Poiché la banda passante è influenzata da diversi fattori (impedenza di ingresso, pattern, lobo principale, polarizzazione, lobi secondari, guadagno, efficienza, dimensioni geometriche) si definisce la banda passante come funzione della variazione di impedenza di ingresso.

Considerando quindi il disadattamento con la linea di trasmissione, cioè un valore di onde stazionarie, generalmente la banda passante cade in quei valori di ROS minori di 2 : 1.

Polarizzazione

La polarizzazione di un'antenna in una data direzione coincide con la polarizzazione del campo elettromagnetico emesso dall'antenna stessa. Essa è riferita al lobo principale.

La polarizzazione coincide in pratica con il piano contenente il campo elettrico, parallelo al piano contenente il dipolo.

Il campo magnetico si dispone in modo ortogonale (a 90°) rispetto al campo elettrico.

A distanze sufficientemente lontane dall'antenna (far field), affinchè le onde emesse possano essere considerate piane, la direzione della componente elettrica del campo elettromagnetico coincide con la direzione del conduttore di antenna.

La polarizzazione di un'antenna coincide quindi con la posizione relativa del campo elettrico rispetto al suolo.

Esistono tre tipi di polarizzazione comunemente usati:

  • polarizzazione lineare;
  • polarizzazione circolare;
  • polarizzazione ellittica.

La polarizzazione lineare comprende la polarizzazione orizzontale e la polarizzazione verticale; il piano del campo elettrico, in campo lontano, non cambia.

Combinando opportunamente due antenne, incrociandole ed alimentandole uno sfasata di 90° rispetto all'altra, il campo elettrico ruota rispetto al suolo, in direzione destrorsa o sinistrorsa; si parla così di polarizzazione circolare.

Se l'ampiezza dei due campi elettrici incrociati non è uguale, si parla di polarizzazione ellittica.

Nelle gamme radioamatoriali in onda corta vengono usate indifferentemente la polarizzazione orizzontale o verticale, poiché nella riflessione dei segnali da parte della ionosfera avvengono di continuo rotazioni di fase e polarizzazione.

Nelle gamme in onda ultracorta, VHF o superiori, viene adoperata la polarizzazione verticale per i collegamenti in portata ottica; nei collegamenti DX viene adoperata la polarizzazione orizzontale.

Nei collegamenti spaziali, a causa della continua rotazione di fase, viene adoperata  la polarizzazione circolare.

Resistenza di radiazione

L'energia  fornita ad un'antenna viene dissipata sotto forma di onda elettromagnetica e di perdite in calore. La parte irradiata è quella più utile, alla risonanza in entrambi i casi la potenza è uguale a:

P = I² R

Nelle perdite è una resistenza reale, nell'irradiazione è invece una resistenza fittizia, detta appunto resistenza di irradiazione.

La potenza totale dissipata da un'antenna sarà quindi:

P = I² (R0 + Rl)

dove R0 è la resistenza di irradiazione ed Rl è la resistenza di perdita. Essendo nota R, si vede come riducendo la parte di perdita Rl si aumenta la potenza radiata.

Potenza Effettiva Radiata (ERP)

La potenza effettiva irradiata o potenza irradiata equivalente (ERP - Effective Radiated Power) è la potenza che dovrebbe irradiare un dipolo, radialmente e sul piano ortogonale, per avere la stessa potenza misurata sull'antenna in prova, nella direzione di massimo campo. Essa è valutata aggiungendo alla PEP del trasmettitore il guadagno dell'antenna e sottraendo eventuali perdite del sistema.

L'ERP si esprime secondo la formula:

ERP = Px + Gt [dBm]

dove ERP è la grandezza che si intende calcolare (espressa in dBm o dBW), Px è la PEP emessa dal trasmettitore (espressa in dBm o dBW) e Gt è il guadagno d'antenna espressa in dB.

Oppure, esprimendo la ERP e Px in W ed usando Gt come numero puro (guadagno):

ERP = Px  Gt [W]

Potenza isotropica irradiata equivalente (EIRP)

In telecomunicazioni, con il termine EIRP (acronimo di Equivalent Isotropic Radiated Power, ossia potenza isotropica irradiata equivalente), si intende una misura di potenza radio irradiata da un'antenna riferita al radiatore isotropico.

La potenza irradiata viene calcolata sommando alla PEP in dBm o dBW le perdite della linea in dB ed il guadagno dell'antenna in dBi (oppure in dBd +2.15), ed è un valore riferito al radiatore isotropico.

Rispetto all'ERP, la EIRP è sempre più grande di 2.15 dB.

Impedenza dello spazio libero

L'impedenza nello spazio libero è data dal rapporto tra il campo elettrico E e quello magnetico H prodotti da un'antenna, è una costante e vale 377 Ω. Questo è valido quando il campo elettromagnetico è preso in considerazione nella zona di Fraunhofer (far field).

Effetto del suolo, ground plane

Le prestazioni di un'antenna vengono modificate in modo considerevole dalla presenza del terreno sottostante.

Il suolo si comporta come un immenso riflettore, le onde così riflesse si combinano con quelle dirette in vari modi, secondo l'orientamento dell'antenna rispetto al suolo, la sua altezza e le caratteristiche del terreno.

Per spiegare il ruolo del terreno, si immagina che esista un'antenna speculare a quella vera, posta nel suolo sottostante.

Il suolo in realtà non è un buon conduttore, quindi spesso si deve ricorrere ad artifici per migliorare le sue caratteristiche.

E' possibile simulare l'effetto di un terreno perfettamente conduttore interrando una superficie metallica sotto l'antenna, oppure sistemando una griglia metallica o una serie di fili a raggiera.

Questo piano metallico prende il nome di piano di terra (ground plane).

Potenza massima applicabile

E' la massima potenza di un segnale applicato ad una antenna trasmittente. E' generalmente indicata come massima Peak Envelope Power (PEP) applicabile.

Le antenne dedicate alla sola ricezione possono avere massime PEP molto basse, se non nulle, anche per la possibile presenza di un front-end attivo (LNA, preamplificatore a basso rumore).

Se l'antenna è passiva, dipende principalmente dalle dimensioni dei conduttori.

Diagramma di radiazione

Il campo elettrico emesso nello spazio avrà una certa forma. Il diagramma di radiazione (Radiation Pattern) è una rappresentazione grafica di come un'antenna irradia il suo segnale.

Esistono tre tipologie di radiatori:

  • Radiatore isotropico
  • Radiatore direzionale
  • Radiatore omnidirezionale

Il radiatore isotropico è definito come “una ipotetica antenna ideale che ha uguale irraggiamento in tutte le direzioni”. Ne consegue che, essendo ideale, non è realizzabile ma è preso come riferimento nel determinare le caratteristiche delle antenne reali.

Il radiatore direzionale “ha proprietà di trasmettere o ricevere un'onda elettromagnetica maggiormente in particolari direzioni che non in altre”.

Il radiatore omnidirezionale “ha proprietà di trasmettere o ricevere un'onda elettromagnetica in modo uniforme lungo un piano di polarizzazione”.

Vengono definiti i lobi di radiazione come “una porzione del diagramma di radiazione formato da aree di intensità di radiazione omogenee”.

5ele Twin Delta Loop da 4nec2

Il lobo principale (major lobe o main beam) è il lobo contenente la maggior parte dell'energia ed è la direzione di maggiore irraggiamento.

Il lobi minori o secondari (minor lobe) sono tutti gli altri lobi individuati.

Il lobo laterale (side lobe) occupa una qualsiasi direzione, normalmente vengono indicati come side lobe i lobi adiacenti il lobo principale.

Il lobo posteriore (back lobe) è il lobo secondario occupante la zona posta a 180° rispetto il lobo principale.

I lobi secondari sono generalmente visti come irraggiamenti in direzioni non volute, quindi perdite, ed andrebbero portati al minimo.

5ele Twin Delta Loop da 4nec2

Spazio di radiazione

Lo spazio circostante l'antenna viene suddiviso in tre regioni spaziali:

  • Zona reattiva di campo vicino (Reactive Near Field Region);
  • Zona radiante di campo vicino (Fresnel zone, Radiating Near Field);
  • Zona di campo lontano (Fraunhofer zone, Far Field)

Questo perché la struttura del campo elettromagnetico, allontanandosi dal radiatore, assume caratteristiche diverse.

Considerando i singoli apporti di campo di piccoli tratti di antenna dz, il campo elettromagnetico emesso da un’antenna assume l’aspetto di quello in figura:

Ciò a causa della somma vettoriale delle singole emissioni, che vanno a creare dei pieni e dei vuoti attorno al filo nello spazio circostante. Questo tipo di propagazione avviene in quello che è definito come campo vicino (near field region).

Nella reactive near field region predomina la parte reattiva del campo elettromagnetico e circonda le immediate vicinanze dell'antenna.

La radiating near field region (zona di Fresnel) è la zona di transizione tra il near field ed il far field. La distribuzione angolare del campo elettromagnetico dipende dalla distanza.

Nella far field region (zona di Fraunhofer) la distribuzione angolare del campo elettromagnetico non dipende più dalla distanza e la densità di potenza è uniforme. Essendo uniforme, decresce con la distanza e l’onda assume la forma di onda piana.

Nella pratica vengono distinte solo la seconda e la terza zona, indicandole come near field e far field, ponendo il confine tra di loro secondo la relazione:

df = 2D² / λ

Dove df è l'inizio della zona di Fraunhofer, D è il diametro dell'area occupato dall'antenna (vista di fronte) e λ è la lunghezza d'onda.

La direttività di un'antenna è definita come il rapporto tra l'intensità di radiazione di un'antenna in una data direzione e l'intensità di radiazione media in tutte le direzioni.

L'intensità di radiazione media è il rapporto tra la potenza totale irradiata e 4π, considerando l'irraggiamento sferico, in tre dimensioni.

Nella pratica si considera l'angolo di maggiore irradiazione, ovvero quello occupato dal lobo principale.

73 de Andy IV3ONZ


Link utili e bibliografia:

  • "ARRL Antenna Book", 21st Edition
  • Constantine A Balanis, "Antenna Theory Analysis and Design" 2nd Ed., © 1982-1997 John Wiley & Sons











venerdì 6 gennaio 2023

Le antenne in teoria

L’antenna è definita, secondo l'IEEE Standard Definitions of Terms for Antennas (IEEE STD 145-1983) come

"un mezzo per trasmettere e ricevere onde radio”

Un'antenna trasmittente  è un trasduttore che collega i circuiti radio allo spazio libero, convertendo un segnale presente in una linea di trasmissione in un'onda elettromagnetica (EMW, electromagnetic wave) che si propaga nello spazio libero. 

Un'antenna ricevente è un trasduttore che converte un'onda elettromagnetica dallo spazio libero in un segnale, su una linea di trasmissione e quindi al circuito di ricezione.

In genere, per reciprocità, un'antenna può funzionare ugualmente bene sia in ricezione che in trasmissione. 

  • Nel caso di un'antenna trasmittente, essa si comporta da carico.
  • Nel caso di un'antenna ricevente, questa si comporta da generatore.

In entrambi i casi, per funzionare al meglio, ovvero per evitare riflessioni nella linea di trasmissione, le rispettive impedenze devono essere adattate alla linea di trasmissione.

Insieme, le antenne trasmittenti e riceventi fanno parte del link RF (RF path). Esso è il percorso tra l'uscita del circuito trasmittente e l'ingresso del circuito ricevente e generalmente avviene nello spazio libero.

Di solito, questo percorso include:

  • Il cavo dal trasmettitore all'antenna di trasmissione;

  • L'antenna di trasmissione stessa;

  • Il percorso di propagazione;

  • L'antenna di ricezione;

  • La linea di trasmissione che collega l'antenna di ricezione al circuito del ricevitore.

Il segnale ricevuto sarà sempre molto più piccolo del segnale trasmesso, questo perchè nel tragitto del percorso di propagazione si avrà una forte attenuazione, dipendente dalla frequenza usata.

Inoltre, nello spazio libero il segnale elettromagnetico si diffonde, diffrange, riflette ed è parzialmente bloccato da oggetti come colline ed edifici.

Il campo elettromagnetico prodotto dall'antenna sarà sempre composto dalle sue componenti elettrica (E-Field) e magnetica (H-Field). Considerando queste componenti come vettori, possiamo poi affermare che saranno sempre ortogonali tra di loro.


In particolare, il campo elettrico lo troveremo sempre parallelo al piano dell'elemento radiante ed il campo magnetico sarà sempre ortogonale ad esso.

Il radiatore isotropico

Come base teorica allo studio delle antenne, è utile fare riferimento alla direttività e radiazione di un'antenna rispetto al radiatore isotropico.

Il radiatore isotropico è un'antenna fittizia che non ha perdite e irradia ugualmente in tutte le direzioni, in modo che la densità di potenza Sr sia solo una funzione della distanza dal centro r.

Poiché l'antenna isotropica non ha perdite, la potenza assorbita PIN dell'antenna è uguale alla potenza irradiata:

Antenne risonanti

Le antenne risonanti stabiliscono un'onda stazionaria di corrente in risonanza alla frequenza richiesta. Questo avviene secondo le regole delle linee aperte o in corto circuito quando l’estensione dell'antenna è pari ad un quarto o mezza lunghezza d'onda. Sono per questo anche conosciute come antenne ad onde stazionarie.

Sono intrinsecamente a banda stretta, a causa della risonanza necessaria per stabilire un’intensa onda stazionaria di corrente. Come esempio, possiamo citare il dipolo a mezz’onda, i monopoli ad un quarto d’onda e le antenna patch.

Funzionano in questo modo: 

Quando viene applicata una tensione sinusoidale al conduttore di un'antenna, le cariche (cioè gli elettroni liberi) accelerano o decelerano sotto l'influenza di una sorgente di tensione applicata, che tipicamente proviene da una linea di trasmissione.

Quando le cariche accelerano (o decelerano), producono sempre un campo elettromagnetico che si irradia lontano dall'antenna.

In un punto qualsiasi dell'antenna è quindi presente una corrente che varia in modo sinusoidale nel tempo. L'accelerazione delle cariche è pure sinusoidale, con un'ampiezza direttamente proporzionale all'ampiezza della corrente.

Quando la corrente giunge all'estremità del conduttore, può trovare un circuito aperto oppure un corto circuito. A questo punto otteniamo una riflessione della corrente verso il generatore (o la linea di trasmissione).

Per ottenere un'antenna efficiente, tutta la corrente dovrebbe andare nella stessa direzione in un determinato momento.

Un modo per ottenere questo è di stabilire un'onda stazionaria in regime di risonanza.

All'estremità aperta, a causa della riflessione, la corrente totale è nulla. Le onde di corrente diretta e riflessa si combinano per creare l'onda stazionaria. Se l'antenna ha la giusta lunghezza, tutta la corrente totale (onda stazionaria) va nella stessa direzione.

La lunghezza ottimale è quella che comporta la risonanza nel conduttore di antenna, ed è di mezza lunghezza d'onda, un quarto d'onda se consideriamo il singolo conduttore. Se il filo è più lungo o più corto, i contributi al campo dei segmenti di corrente diretti in senso opposto si attenuano o si annullano.

Quando ci troviamo in risonanza, e quindi abbiamo una forte corrente, questo si traduce in una forte accelerazione di carica e quindi in intensi campi elettromagnetici irradiati.

Quando invece un campo elettromagnetico interessa un conduttore, il campo fa accelerare le cariche nel conduttore stesso, induce una tensione che si propaga lungo l'antenna e quindi raggiunge la linea di trasmissione collegata.

La tensione indotta sarà massima se il conduttore totale di antenna sarà lungo metà lunghezza d'onda, ovvero sarà in risonanza alla frequenza del campo elettromagnetico.

Antenne lunghe multipli dispari di λ/2 prendono il nome di antenne risonanti in armonica.

Antenne non risonanti

Se un'antenna risonante ha una banda passante limitata, per realizzare antenne a larga banda (broadband antenna) dobbiamo evitare il fenomeno della risonanza.

Le Traveling Wave Antenna hanno le caratteristiche di un'ampia larghezza di banda e di grandi dimensioni rispetto alla lunghezza d'onda impiegata.

Sono intrinsecamente a banda larga, a causa della assenza di onde stazionarie di corrente. Come esempio, possiamo citare le antenne a trombone (Horn antenna), le antenne elicoidali (Helicoidal o helix antenna) e l'antenna beverage.

Funzionano in questo modo:

Queste antenne iniziano come una struttura di linea di trasmissione che si allarga lentamente, fornendo una transizione a bassa riflessione dalla linea di trasmissione allo spazio libero, che si comporta da carico. La larghezza di banda può essere molto ampia e dipende principalmente dalla gradualità della transizione.

La transizione dall'impedenza della linea a quella dello spazio aperto viene offerta dall'apertura progressiva di queste antenne. In questo modo non si generano onde stazionarie, poichè si comportano come un adattatore di impedenza.

Caratteristica principale di queste antenne è che devono necessariamente essere terminate su di un carico: può essere lo spazio aperto, con la sua impedenza caratteristica di 377 Ω, oppure un resistore adeguatamente dimensionato.

Densità di radiazione

Le antenne non irradiano ugualmente in tutte le direzioni, concentrando la potenza irradiata lungo il lobo principale (o maggiore) dell'antenna.

Questo effetto di focalizzazione è chiamato direttività. La potenza in una particolare direzione è caratterizzata dalla densità di radiazione.

La densità di radiazione Sr è la potenza per unità di area espressa in [W/m²] e sarà massima nel lobo principale.

Sr = ∂Pr / ∂A

Dove ∂Pr è la potenza trasmessa e ∂A è la superficie alla distanza r.

Sr cala all'aumentare della distanza in modo quadratico nello spazio libero. E’ data anche dal prodotto dei vettori del campo elettrico E per quello magnetico H:

Sr = E x H

73 de Andy IV3ONZ


Link utili e bibliografia:

  • AA.VV., "ARRL Antenna Book", 21st Edition
  • Constantine A Balanis, "Antenna Theory Analysis and Design" 2nd Ed., © 1982-1997 John Wiley & Sons
  • Michael Steer, "Microwave and RF design radio systems", © 2019 by M.B. Steer
  • 4nec2



sabato 19 maggio 2018

Antenna quadrifilare per la ricezione dei satelliti meteo polari

L'area del radioascolto della mia stazione radio integra un sistema di ricezione dei satelliti polari APT gestiti dal NOAA, operanti nella banda aeronautica dei 137 MHz.
Attualmente sono ricevibili solo tre satelliti analogici, il NOAA 15, il NOAA 18 ed il NOAA 19.


Il segnale proveniente dai satelliti polari è di tipo a polarizzazione circolare. Serve quindi un'antenna in grado di ricevere questo tipo di polarizzazione.

Questa antenna è l'ultima di una serie costruite per la ricezione dei satelliti polari nella banda 137 MHz.
E' costruita utilizzando del cavo coassiale RG59 e delle canaline per impianti elettrici da 16 mm.


Cliccando sulla foto ne ottenete un ingrandimento.
I materiali sono facilmente reperibili, il cavo RG59 è facilmente saldabile; per utilizzare altri cavi tenere conto del diverso fattore di propagazione.
L'antenna è un progetto originale di Chris van Lint e ne potete trovare una descrizione sul sito di G4ILO (SK).

Elenco materiali:
- Canalina PVC diam. 16mm
- Cavo RG59
- Colla epossidica o colla a caldo
- Nastro isolante

L'antenna può venir corredata da due riflettori incrociati.
E' consigliato un preamplificatore in prossimità dell'antenna.
Curare l'orientamento, essendo il segnale polarizzato circolarmente, verificare la corretta ricezione del segnale ruotando di volta in volta di 90° l'antenna.
La ricezione è inoltre influenzata da alberi, tralicci, muri e quant'altro possa attenuare, schermare o deviare il segnale radio.
Il segnale può inoltre arrivare degradato in caso di forti precipitazioni o attività elettrica (fulmini).

Il segnale arriva ancora ben robusto, e questo è il risultato:


73 de Andy IV3ONZ

Link utili:

Resonany Quadrifilar Helical Antenna
A QFH antenna for the weather satellite band
Wikipedia: Helical antenna
NOAA Polar Operational Environmental Satellites (POES)